Buildings

Nata nel 1971

Erano gli anni '70, quando il vento della contestazione aveva travolto costumi, abitudini e tradizioni. Anche la festa patronale di Acquaviva non era stata risparmiata e si trascinava stancamente: la solita illuminazione, le solite bande, le solite giostre, il solito paesaggio.

Una noia mortale.

Il mercoledì, poi, la ''fatuaria'', era andata peggio di tutte: una banda sconosciuta (della città di Bisceglie) trovata all'ultimo momento, aveva segnato l'apice e la cittadinanza borbottava che la festa patronale  sembrava destinata al fallimento.
Peppino Cirielli, detto "Cicerone", quella sera "acciucato"(ubriaco) ben bene, aveva contestato vivacemente i brani di operette eseguite dalla banda semiclandestina che il Comitato Feste Patronali aveva ingaggiato per quella ''fautaria'', parendogli un delitto che un banda suonasse brani di operetta... e poi in che modo! E se n'era andato brontolando ad alta voce, come era sua abitudine, prendendosela con l'intero Comitato Feste (Antica Deputazione) così privo di idee e di iniziative vivaci, capaci soli di deludere un intero Paese.
Accanto a lui due amici, altrettanto ''acciucati'' col generoso vino della cantina di ''B-Llin'', solidali con Peppino: Michele Ruscigno, detto ''M-nghette'' e Peppino Lerario detto ''U Scàrpare''.
Ecco cosa si dissero:
Chessà fèst ormà no mmàle cchiù!- brontolò Peppino.
Sine Cicerone: jè arrasciòne. Non è cchiù com 'ai fieste de na volde.-gli fece eco Michele.
Hic! iere mmègghie la festa de Sangrespine - farfugliò Lerario.
(Traduzione)
Questa festa ormai non vale più nulla! brontolò Peppino
Si Cicerone:hai ragione. Non è più come la festa di una volta.-gli fece eco Michele.
(Singhiozzando) Era meglio la festa di San Crispino - farfugliò Lenario.
La festa di San Crispino era l' omaggio dei numerosi calzolai di Acquaviva al loro protettore: una festa modesta che cadeva il 25 ottobre di ogni anno e si limitava ad alcuni giochi in piazza, un giro di ''bassa musica'' per il paese, un fuoco d'artificio.
Ma l'idea lanciata, da Peppino Lerario fu raccolta immediatamente dagli altri due amici che decisero di ritrovarsi l'indomani per organizzare di nuovo i festeggiamenti in onore del santo protettore degli ''scarpari'', (Calzolai).
L'indomani, passati i segni dell'alcool, i tre si ritrovarono e si chiesero cosa si potessero ''inventare'', per dare alla festa di San Crispino una nuova importanza così da costringere tutta la città a parteciparvi.
E furono aiutati dalla fervida fantasia di un vigile urbano, Giacinto Laforenza, che disse saggiamente: A Sammichele c’è la sagra della ''zampina'', a Gioia il ''bocconcino'', a Mola c’è quella del ''polpo'', perchè non facciamo conoscere ai ''collitte''(contadini) ed agli "artiire"(artigiani) di tutto il mondo la nostra meravigliosa ''Cipolla Rossa''?
La Forenza accese un lampo di genio nella mente di ''Cicerone''.
E perchè non addirittura ''U Calzon de cepodde e recotte asckuande"(Calzone di cipolla e di ricotta forte) e magari un bel bicchiere di vino primitivo ''tuest''(tosto) e qualche spiedo di agnellone alla brace accompagnato da qualche "ghimeridde".
Detto fatto.
E' nata cosi, questa eccezionale Sagra gastronomica, culturale e folclorìstica.
I tre amici chiamarono a raccolta i calzolai e quel 25 Ottobre del 1971 partì per non fermarsi mai più la SAGRA DEL CALZONE.
Una sagra imperdibile per chi ama i sapori di un tempo: per tutto il terzo fine settimana di ottobre questo bel borgo pugliese (Acquaviva delle Fonti) si anima di una grande folla di visitatori pronti ad affrontare memorabili scorpacciate di calzone di cipolla e ricotta forte, di salsicce ed agnellone alla brace, il tutto accompagnato da un rosso Primitivo capace di risvegliare gli animi. Non mancano il puro divertimento con musica, balli e giochi.
Un appuntamento che si rinnova ormai dal lontano 1971 non solo con lo squisito calzone ripieno di cipolle stufate nell'olio d'oliva, ma con le tradizioni, i prodotti agroalimentari e le antiche ricette gastronomiche tipiche  locali.
Nel 1997 il Cav. Giuseppe Cirielli, gli organizzatori, il Sindaco, ed alcune massaie furono tutti invitati al programma televisivo VERDE MATTINA per illustrare la preparazione del Calzone e di come si svolgeva la Sagra.

Dopo 32 anni di faticoso lavoro, arrivò un primo riconoscimento dall'Amministrazione Comunale governata dal Dott. Francesco Pistilli,  il quale, con verbale di delibera n ° 17 del 05 Febbraio 2004 istituzionalizza la "SAGRA DEL CALZONE" promotrice ad Acquaviva delle Fonti di cultura dei prodotti tipici del Paese.